mercoledì 15 ottobre 2008

IL COMMENTO
ANCHE COSÌ UNA MERAVIGLIA

di BARBARA GIANETTI LORENZETTI


B
ella. Bella così. Basta che si tolgano di mezzo le au­tomobili. Da tempo i son­daggi sul futuro di Piazza Gran­de finivano con una maggioran­za di interpellati convinta che per rendere giustizia al centro locarnese bastasse eliminare traffico e parcheggi. Un’idea che, dopo attente valutazioni, anche il Municipio ha fatto pro­pria, meritandosi un plauso. Al di là delle qualità architettoni­che (e affettive)del cuore citta­dino, la recente decisione ha il sapore di un saggio ridimensio­namento. Per anni, infatti, i di­scorsi attorno a Piazza Grande parevano riferiti a realtà ben di­verse dalla nostra. Quasi a pa­ragonarla a spazi come Piazza San Pietro o Alexanderplatz. Ora, finalmente, siamo tornati sulla terra, rendendoci conto che il nostro salotto è bello, sì, ma non è l’ottava meraviglia del mondo. Che è una piazza, come ce ne sono altre, e che per valo­rizzarla bastava restituirla alla gente. E la gente se n’è subito riappropriata, riempiendola di vita e apprezzandola così com’è. Bravo, dunque, il Municipio a tornare sui suoi passi, dimo­strando l’intelligenza di chi sa cambiare idea; destinando le poche risorse a disposizione ad operazioni più necessarie. Ma il capitolo non è ovviamente chiuso qui. Per render giustizia fino in fondo al centro cittadi­no mancano ancora qualche piccolo intervento e un accura­to lavoro di selezione. Il primo dovrà riguardare – e l’ Esecuti­vo ha già dato garanzie in tal senso – l’arredo urbano, coin­volgendo giocoforza anche i pri­vati. Da rivedere, ad esempio, le terrazze dei ristoranti e, so­prattutto, la qualità delle loro coperture. O, ancora, le insegne di bar e negozi, di cui, come è regola in molte piazze d’ Italia (Verona, Trento e Pavia inse­gnano), c’è chi suggerisce la completa eliminazione. Senza contare l’aspetto di tutti quegli elementi mobili (dai palchi al­le transenne) utilizzati per le manifestazioni. Ed è a queste ul­time, infine, che si riferisce l’au­spicato lavoro di selezione. Per­ché è giusto animare la Piazza,
ma non a tutti i costi.

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