lunedì 8 dicembre 2008

Der Goldschmied und die Sonnenuhr



Seit 60 Jahren gibt die Neugestaltung der Piazza Grande von Locarno zu reden. Eine besondere Idee kommt aus dem Schmuckkästchen von Sternenguckern.

Armando Good kam beim Sinnieren darüber, wie die Piazza verschönert werden könnte vor Jahren die Idee einer Sonnenuhr. Er fragte seinen Freund Sergio Cortesi vom Sonnenobservatorium oberhalb Locarno-Monti, ob so etwas machbar sei. Als beide vor der Piazza standen, schüttelte Cortesi nur den Kopf. "Dass ich da nicht selbst draufgekommen bin. Da wandle ich seit vierzig Jahren über die Piazza, aber ich schaue halt meist in die Gestirne und nur selten auf den Boden."

Mehr über die Idee Sonnenuhr im Tessin im Gold'Or 10/08...

mercoledì 15 ottobre 2008

LOCARNO
Piazza Grande resta com’è

Il Municipio di Locarno ha deciso di rinunciare (almeno per il momento) al progetto Snozzi per la sistemazione di Piazza Grande: verrà eseguito solo un lifting per migliorare alcuni aspetti del «salotto» locarnese, ora che è sta­to pedonalizzato. Una rinuncia che permette di risparmiare un bel gruzzolo: almeno una decina di milioni di fran­chi, considerando anche i lavori di sottostruttura. (foto Nicola Demaldi)



IL COMMENTO
ANCHE COSÌ UNA MERAVIGLIA

di BARBARA GIANETTI LORENZETTI


B
ella. Bella così. Basta che si tolgano di mezzo le au­tomobili. Da tempo i son­daggi sul futuro di Piazza Gran­de finivano con una maggioran­za di interpellati convinta che per rendere giustizia al centro locarnese bastasse eliminare traffico e parcheggi. Un’idea che, dopo attente valutazioni, anche il Municipio ha fatto pro­pria, meritandosi un plauso. Al di là delle qualità architettoni­che (e affettive)del cuore citta­dino, la recente decisione ha il sapore di un saggio ridimensio­namento. Per anni, infatti, i di­scorsi attorno a Piazza Grande parevano riferiti a realtà ben di­verse dalla nostra. Quasi a pa­ragonarla a spazi come Piazza San Pietro o Alexanderplatz. Ora, finalmente, siamo tornati sulla terra, rendendoci conto che il nostro salotto è bello, sì, ma non è l’ottava meraviglia del mondo. Che è una piazza, come ce ne sono altre, e che per valo­rizzarla bastava restituirla alla gente. E la gente se n’è subito riappropriata, riempiendola di vita e apprezzandola così com’è. Bravo, dunque, il Municipio a tornare sui suoi passi, dimo­strando l’intelligenza di chi sa cambiare idea; destinando le poche risorse a disposizione ad operazioni più necessarie. Ma il capitolo non è ovviamente chiuso qui. Per render giustizia fino in fondo al centro cittadi­no mancano ancora qualche piccolo intervento e un accura­to lavoro di selezione. Il primo dovrà riguardare – e l’ Esecuti­vo ha già dato garanzie in tal senso – l’arredo urbano, coin­volgendo giocoforza anche i pri­vati. Da rivedere, ad esempio, le terrazze dei ristoranti e, so­prattutto, la qualità delle loro coperture. O, ancora, le insegne di bar e negozi, di cui, come è regola in molte piazze d’ Italia (Verona, Trento e Pavia inse­gnano), c’è chi suggerisce la completa eliminazione. Senza contare l’aspetto di tutti quegli elementi mobili (dai palchi al­le transenne) utilizzati per le manifestazioni. Ed è a queste ul­time, infine, che si riferisce l’au­spicato lavoro di selezione. Per­ché è giusto animare la Piazza,
ma non a tutti i costi.
Piazza Grande resterà com’è
Il Municipio rinuncia al progetto Snozzi per la sistemazione


Piazza Grande rimarrà bella come già lo è attualmente, senza procedere quindi con gli interventi previsti dal progetto Snozzi – Sarà eseguito solo un «lifting» di base per migliorare alcuni aspetti del «salotto» locarnese

Ma chi ce lo fa fare? Deve aver pensato – saggiamente d’altronde – il Municipio di Locarno rinun­ciando per il momento all’attua­zione del progetto Snozzi per la sistemazione di Piazza Grande ora che è stata pedonalizzata. Una rinuncia che permette di rispar­miare un bel gruzzoletto: alme­no una decina di milioni di fran­chi (considerando sia la sistema­zione in superficie che delle sot­tostrutture). E proprio questa possibilità di evitare per ora un investimento in ogni caso molto oneroso per le casse comunali sta alla base della decisione dell’ Ese­cutivo di non procedere con il progetto Snozzi.
«Sarà semmai – commenta il sin­daco
Carla Speziali – musica del domani. Oggi abbiamo l’obbligo di essere prudenti con questi in­vestimenti di peso. Una valuta­zione che il Municipio ha fatto sia ponendo mano alle cifre del Pia­no finanziario sia tenendo in de­bito conto la grande instabilità che caratterizza di questi tempi gli ambiti economici. Infine – conclude Speziali – si è ritenuto che Piazza Grande è già attual­mente molto decorosa e anche la situazione delle sottostrutture non presenta particolari urgen­ze di intervento, motivo per cui si è optato solo per una sistema­zione di base che comunque per­metterà di rendere ancora più bello il salotto locarnese».
Solo piccoli interventi per abbellire il «salotto»

La decisione municipale di rinun­ciare al progetto Snozzi è già sta­ta comunicata lunedì sera alla Gestione. In tal senso, l’ Esecutivo procederà a una nuova stesura del messaggio (che era già sui ta­voli della Commissione) con la richiesta dei crediti (circa 800 mi­la fr.) sia per un «lifting» di base sia per il mandato all’arch. Snoz­zi per rielaborare il suo progetto. Come detto, quest’ultimo aspet­to viene ora a cadere e il nuovo
messaggio conterrà solo la richie­sta del credito necessario per gli abbellimenti di base (tende de­gli esercizi pubblici da uniforma­re, insegne da regolamentare, ecc.). La definizione-coordina­mento di questi interventi mini­mi spetterà comunque sempre all’arch. Snozzi che riceverà in tal senso un apposito mandato.
Per quanto attiene infine alla me­ridiana più grande d’ Europa (per
la quale esiste un progetto fatto elaborare da un privato) da rea­lizzare in Piazza sfruttando con gli accorgimenti del caso la pavi­mentazione dell’area, l’ Esecuti­vo ha commissionato un appro­fondimento di questa idea che, senza ombra di dubbio, sarà og­getto di dibattito nei mesi a veni­re. In effetti, l’opera potrebbe rap­presentare una peculiarità e un’attrazione per la Piazza. l.c.




BELLA E ANIMATA Anche senza procedere col progetto Snozzi Piaz­za Grande è già bella e popolata di gente così com’è. (foto Maffi)

martedì 19 febbraio 2008

Articolo tratto dal CdT del 19/02/08

TRIBUNA LIBERA
UNA
MERIDIANA FORMATO PIAZZA GRANDE
ROLANDO ULMI *

P
arto dal 1989, anno dell’esposizione al pubblico dei progetti per la sistemazio­ne di Largo Zorzi/Piazza Grande Lo­carno. Ha vinto giustamente il progetto del­l’architetto Snozzi, che, a differenza di tutti gli altri partecipanti, ha riconsegnato la pla­nimetria dell’intera area con un minimo di linee di penna, quasi vergine, accompagna­ta però da chiare linee concettuali: le linee tracciate sulla mappa indicavano il limite della piazza pedonale e nel contempo la stra­da d’accesso, dall’incrocio del Debarcadero alla Posta, strada riservata ai mezzi pubbli­ci (in qualche modo zona di «sbarco» e «im­barco »). Il resto – l’intera area di Largo Zor­zi e Piazza Grande – era rigorosamente pedo­nale (nessun attraversamento, neanche per imboccare vie delle Monache), libera e vuota, e senza nessun accenno ad un pavimento de­corativo e ad arredo urbano. Gli altri invece – me compreso – fecero esibizione di ogni tipo di proposte, tra cui anche estrose, fantascien­tifiche e bizzarre, per «abbellire» e «arreda­re » la piazza e «decorarne» il pavimento, co­me se una piazza non dovesse limitarsi ad es­sere una piazza, una piazza, una piazza… nient’altro che una piazza. E penso sempre
alla stupenda piazza, dal lago alla Motta, che fu al tempo del Leucht e della sua veduta: una piazza definita dalle case e dagli alberi ai lati, e dal gioco della luce e delle ombre. Vuo­ta, vuota, vuota… per dirla con Livio Vacchi­ni. Passato il concorso, anche Snozzi, doven­do rielaborare il progetto, si era messo ad «ab­bellire », «arredare» e «decorare»: dal suo me­ritato primo premio è sceso al nostro livello e ha prodotto quello che da allora è comune­mente chiamato «progetto Snozzi». D’accor­do, volendo seguire la lezione del pavimento esistente, composto di ciottoli e strisce carra­ie di granito (modello che è esemplarmente rappresentato dalla piazza di Vigevano), al­cuni partecipanti al concorso – e s uccessiva­mente anche Snozzi – hanno pensato di la­vorare con questi due elementi, in chiave mo­derna, per prendere due piccioni con una fa­va: 1. creare passaggi comodi intercalati al­l’acciottolato e 2. decorare il pavimento con un piacevole disegno (io per esempio avevo tentato con una rete romboidale che mettes­se d’accordo le varie direzioni della comples­sa configurazione planimetrica della piaz­za); Snozzi, nella rielaborazione, aveva scel­to passaggi perpendicolari rispetto alle due direzioni principali delle due piazze, risol­vendo il conflitto che nasceva nella zona d’in­contro, mediante un grande palco rotondo davanti al Municipio, con cui interrompere lo scontro delle due direzioni.
Dopo molti tentativi, cominciati vent’anni fa, di inserire un gioco di linee geometriche in una superficie estremamente irregolare e restia come quella di Piazza Grande, ecco fi­nalmente una soluzione convincente: le linee della meridiana disegnate nel fotomontag­gio (vedi CdT del 13 febbraio); questa piaz­za di forma anomala (né rettangolare, né al­trimenti geo-metricamente definibile) sem­bra fatta apposta per questa meridiana. È come se non fossero stati il lago prima e la Maggia poi a dare la forma a questa piazza, ma come se un antico «progettista» avesse usato come matrice occulta il reticolato di una grande meridiana, questa meridiana. Merito di Armando Good di averlo messo in luce (nella luce del sole, appunto). Il risulta­to è perfetto (le linee trasversali, se inserite in fasce di granito, rispondono anche all’esigen­za di camminamenti pedonali).
* Architetto, Minusio

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